La Val Serina

La Val Serina e’ una grossa realta’ umana, sociale, turistica e merita sempre una visita per un week end, o magari un soggiorno piu’ prolungato. Offre un ben strano biglietto da visita al suo Visitatore un “orrido” come si usa dire in queste conformazioni ambientali: pareti rocciose e buie stilanti di acque che nei mesi freddi danno origine a lucenti stallattiti iridescenti ai raggi del sole, strapiombanti nel terreno che scorre a volte chiaccherino a volte turbolento giu’ nel fondo Valle. Pare quasi che la montagna voglia stritolare l’incauto viadante che ha osato infiltrarsi nei suoi visceri. Ma e’ questione di un attimo perche’ l’orrenda visione che avrebbe potuto ispirare Dore’ l’illustrazione del divino poema Dantesco e’ immediatamente resa piu’ accettabile da una presenza rassicurante: una Madonnina la “madunina di STECC” come viene chiamata quassu’, che veglia sui viaggiatori invitandoli a proseguire nel viaggio verso l’alta Valle, verso paesaggi piu’ ampi e meno aspri. Ed infatti ben presto l’orrido si apre, lasciando intravedere panorami piu’ sereni. Forse per far dimenticare il primo duro impatto, la montagna fa’ un regalo al visitatore di questa Valle: dona acqua, una generosa limpida linfa, l’acqua minerale di Bracca che sgorga dalla viva roccia e che si puo’ gustare riportandone benefici effetti – nel piccolo chiosco che sorge tra la strada e il torrente. Poi mano a mano che si sale, il panorama si fa’ sempre piu’ vasto e chiaro e sereno. Al ponte Merlo nasce la strada che sale all’ombrosa Cornalta che fronteggia la solatia Bracca ed il ridente Pagliaro, dove si possono ammirare i preziosi antichi affreschi della chiesa Parrocchiale. Da Algua – che si incontra poco oltre – si possono raggiungere Ambriola, Sanbusita e Rigosa (e da qui Selvino) e Ascensione, Costa Serina e Trafficanti addossati ad un dolce pendio da cui e’ possibile occhieggiare fin giu’ verso la bassa Val Brembana.

Cartina della Val Serina

Poi la strada compie un’altra brusca impennata che porta dritto dritto alla conca di Serina, cui fanno corona Frerola, Cornalba, Valpiana, Lepreno, Bagnella e altrettante damigelle della “signora” del turismo di questa verde Valle Serina: non e’ stato ancora possibile conoscere l’etimo esatto del nome di questo ridente paeseche reca nel suo stemma una sirena. Serina: un paese carico di storia e di arte (la sua chiesa e’ una pinacoteca che offre al visitatore un saggio quantomai succoso dell’arte pittorica Brembana), un paese che vive di attivita’ tradizionale, quali la zootecnica su cui a saputo innestare – dando vita ad un felice connubbio – un’attivita’ tutta nuova e il turismo che a fatto rifiorire a nuova vita il capoluogo della Valle Serina: che offre al visitatore la gioia della visione di superbu, antichi e nobili edifici e di fontane che vorrebbero essere terrificanti coi loro mostri, ma che ridono per l’acqua chioccolante che sgorga da quelle bocche, Serina: patria dei Valle, dei Tiraboschi dei Carrara che arricchiscono questa terra di nobilta’, cultura, di storia tante’ che quassu’ si dice “pazienza” dei Valle, superbia dei Carrara, nobilta’ dei Tiraboschi.

E se poi il visitatore entra nella chiesa parrocchiale, puo’ avere un saggio quanto mai sostanzioso della produzione artistica dell’arte Brembana: lo accolgono infatti splendide tele del Ceresa, dei Palma, dei Previtali, del Santacroce, del Ronzilli, dell’Orelli, oltre a sculture del Fantoni, dei Caniana etc.. Ma la Valle non finisce qui, va oltre, precisamente a Oltre il Colle che contende validamente a Serina il primato del turismo vallare. Civettuola con le sue ville che occhieggiano tra il verde cupo di una vasta pineta, Oltre il Colle e’ un affermatissimo centro turistico estivo che invernale. Gli fanno da baluardo i contrafforti del massiccio dolomitico dell’Alben, il Grem, L’Arera, il Menna; gli fanno da corona Zambla Alta e Zambla Bassa e Zorzone che nel suo piccolo spazio ospita tre attivita’: le miniere, la zootecnica, il turismo. Su in alto, all’Arera, sul panettone di Zambla, alla conca dell’Alben sono attrezzature per lo sport invernale, fondo, discesa, che ne fanno uno dei piu’ vasti compresori della valle Brembana. Una storia importante si ritiene che la Val Serina fosse già abitata in epoca romana e altomedioevale e non è escluso che già allora fossero sfruttate le miniere della Zona di Oltre il Colle e Dossena. La prima documentazione scritta risale tuttavia ai primi secoli del secondo millennio, in piena età feudale e ci indica che la valle era in gran parte possedimento feudale dei vescovi di Bergamo e dei canonici delle cattedrali e di nobili famiglie cittadine.

Con un documento del 1186 il vescovo Guala concesse agli abitanti di Bracca e di altre comunità vallari il diritto di pascolo e di caccia sull’Arera e le altre montagne della zona, riservando per sé la caccia all’orso, segno che questo animale era all’epoca ancora diffuso sui monti della vallata. Sul piano religioso nello stesso periodo tutte le comunità della Val Serina erano tributarie della pieve di Dossena, che era l’unica chiesa battesimale di quasi tutta la media e alta Valle Brembana. Solo a partire dal Trecento cominceranno a costituirsi le prime parrocchie locali. Nel periodo comunale in Valle Serina si formarono due grandi comuni: quello di Bracca Lepreno, che occupava il settore occidentale, da Spino a Oltre il Colle, e quello di Costa, che aveva giurisdizione sul settore orientale. Tale suddivisione amministrativa è documentata da una serie di atti notarili rogati nel 1234 per la definizione dei confini. Nel corso del Trecento la valle Serina, chiamata allora Valle Brembana superiore, entrò a far parte della signoria dei Visconti e da quel momento iniziò l’ascesa di Serina che più tardi, durante la dominazione veneta (1428-1797) sarà capoluogo della valle Serina, sede del vicario veneto.

Il ruolo di capoluogo di Serina era riconosciuto in forma solenne dai singoli comuni con una grande parata che si svolgeva ogni anno presso la residenza del vicario ed alla quale dovevano partecipare tutti i consoli, con otto soldati in assetto di guerra. A Serina, come si può leggere nella Relazione del Da Lezze del 1596, si svolgevano inoltre periodiche riunioni dei consigli di valle, alla presenza del vicario e dei consoli e dei sindaci, in ottemperanza alle norme stabilite dallo Statuto del 1468. L’importanza di Serina andò diminuendo dopo l’avvento del regime napoleonico e il successivo governo austriaco, durante i quali si completò lo spostamento dell’asse amministrativo verso Zogno. Dopo l’unità d’Italia la Val Serina si è andata via via integrandosi con il resto del territorio brembano, mantenendo tuttavia, sia nelle strutture architettoniche e sia nelle tradizioni, un chiaro riferimento al suo importante passato. Radicali trasformazioni hanno riguardato anche le attività economiche: in passato buona parte della popolazione vallare trovava sostentamento nell’agricoltura e nell’attività mineraria, sviluppata in particolare nelle zone di Serina, Oltre il Colle e Dossena, e completata con la lavorazione del ferro nei forni e nelle fucine.

Oggi le miniere sono chiuse e l’agricoltura mantiene una sufficiente vitalità nel settore dell’allevamento bovino, mentre si sono andate diffondendo le attività artigianali e il turismo, alimentato dalle bellezze dell’ambiente e dagli impianti sciistici. Queste nuove attività hanno in parte frenato lo spopolamento della valle che mantiene da alcuni anni un livello demografico stabile. L’acqua, i boschi e le montagne: Chi percorre la strada per la Val Serina, subito dopo Ambria incontra la stretta e tortuosa gola dell’orrido di Bracca, al cui interno scaturiscono le sorgenti della nota acqua minerale. Le virtù di quest’acqua, decantate anche dal futuro papa Giovanni XXIII, sono sfruttate per l’imbottigliamento industriale e fino alla metà del Novecento alimentarono una discreta attività termale, localizzata nell’hotel Fonte Bracca, che è stato rimesso a nuovo ed ha ripreso a funzionare come esercizio alberghiero.

A monte dell’orrido la valle si fa più ampia e ad Algua, superata una breve galleria, la strada si dirama in due direzioni: a destra sale verso il passo di Selvino e a sinistra verso la conca di Serina e il passo di Zambla. In questo tratto i pendii si fanno più dolci e sono ricchi di boschi e pascoli, costellati da una serie di piccoli nuclei abitativi. I fitti boschi della Val Pagana, sul versante sinistro del torrente Ambria, e della valle d’Ola, alla base della Corna Pradella, presso Cornalba, l’ampia conca di Oltre il Colle e le verdi distese di pascoli della Val Vedra sono paesaggi incontaminati dove la natura non ha praticamente subito trasformazioni. Nella sua parte estrema la Val Serina è delimitata da una serie di montagne di grande interesse alpinistico e naturalistico e si raccorda con la Valle Brembana settentrionale attraverso la stretta e selvaggia forra della Val Parina.

L’orrido della Val Parina: Per chi ama l’avventura, c’è l’elettrizzante scoperta dell’orrido di Val Parina, la fase terminale dell’omonima valle che scende da Oltre il Colle e sbocca nel Brembo a monte di Camerata Cornello. L’orrido è di una bellezza selvaggia e suggestiva: un chilometro di altissime pareti strapiombanti, così vicine che sembrano toccarsi, strette forre, impetuosi gorghi, bianche cascatelle, marmitte dei giganti e la sensazione di essere in completa balìa della natura. Montagne per tutti i gusti: Montagne di grande fascino e adatte a soddisfare ogni esigenza alpinistica ed escursionistica fanno da corona alla Val Serina. La vetta più nota è il pizzo Arera, (m. 2512) che si eleva con un maestoso e imponente massiccio calcareo a dominare la vallata. La montagna, un tempo nota per le sue miniere di calamina, è oggi meta alpinistica assai frequentata, soprattutto lungo le impegnative vie del versante settentrionale. Il settore orientale della valle è delimitato dal pizzo Grem (m. 2049) le cui pendici sono coperte di pascoli e di alpeggi. A nord-ovest dell’Arera si trova la Corna Piana (m. 2302), regno delle stelle alpine, che domina la Val Vedra e la splendida conca naturalistica del lago Branchino (m 1784). A ovest della Val Vedra sorgono il monte Vetro (m. 2057) e la Cima Menna (m.2300), montagna di grande interesse alpinistico per la varietà e la complessità della sua morfologia. Il settore sud-orientale della valle è occupato dal monte Alben (m.2019), che sovrasta gli abitati di Oltre il Colle e Serina. Una serie di rifugi attrezzati (il bivacco Nembrini ai piedi dell’Alben, i rifugi S.A.B.A. e Capanna 2000 verso l’Arera, il rifugio Palazzi lungo il sentiero del Menna) e diversi itinerari escursionistici di varia difficoltà tracciati dal C.A.I. agevolano il compito di chi vuole conoscere e vivere da vicino le montagne e gli incantevoli paesaggi della vallata.